La didattica e la formazione sono state messe a dura prova dalla pandemia. In questa intervista all’assessore alla pubblica istruzione di Casal di Principe, prof. Marisa Diana, vogliamo raccontare delle problematiche della didattica a distanza legate alla pandemia e anche dei passi da gigante fatti da questo assessorato negli ultimi anni, nonostante ci sia ancora molto da fare per combattere la dispersione scolastica del nostro territorio.
Professoressa, il 2020 è stato un anno difficile per tutti soprattutto dal punto di vista emotivo, è stato difficile vedere ammalarsi i propri cari e temere per la loro vita e per alcuni il virus non ha lasciato scampo ma solo un vuoto, parole non dette, abbracci repressi e ultimi saluti mancati. Come ha vissuto gli ultimi mesi dall’inizio della pandemia?
In che modo l’assessorato alla pubblica istruzione ha cercato di far fronte al virus?
Ho vissuto questo periodo di pandemia tra perplessità, timori e speranze, credo un po’ come tutti… Ci siamo ritrovati a vivere, all’improvviso, qualcosa di inaspettato e mai ipotizzato, neanche nei film più apocalittici. Una sorta di incubo nel quale siamo ancora immersi, anche se, con l’inizio della campagna vaccinale, si intravedono luci all’orizzonte. Proprio in questi giorni mi ritornava in mente una frase di Don Peppe Diana “dobbiamo trovare il coraggio di avere paura”. Si, per andare avanti in questo tempo, per non lasciarci paralizzare abbiamo dovuto trovare “il coraggio di avere paura”, un’espressione che può sembrare strana ma è proprio quello che ci sta facendo andare avanti.
È stato difficile tenere chiuse le scuole?
È stata una decisione dura da prendere ma si trattava di salvaguardare il diritto alla salute del personale scolastico. Anche se reputo il diritto all’istruzione un diritto fondamentale, dinanzi alla salvaguardia della salute penso si debba fare un passo indietro. La dad ha sopperito a quella che possiamo chiamare istruzione in senso stretto, cioè alla trasmissione dei contenuti agli alunni, si è cercato di mantenere il contatto con gli studenti in tutte le scuole, primarie e secondarie, ovviamente con difficoltà diverse: mentre alle superiori la dad funziona bene per quanto concerne la primaria ci sono state difficoltà, infatti, sono state le prime classi ad essere riaperte. Credo che l’isolamento abbia avuto ripercussioni sui giovani, ritornando a scuola qualche settimana fa abbiamo registrato che qualche alunno/a ha avuto difficoltà a riprendere la “socialità”, ritrovarsi insieme, quasi il timore di uscire di casa e abbiamo notato episodi di depressione, ansia e crisi di panico. Durante l’estate 2020 abbiamo adeguato le nostre scuole secondo le norme del distanziamento richieste dal Ministero dell’istruzione. Sono stati eseguiti lavori per più di 250 mila euro sui vari plessi scolastici, ben otto, per abbattere pareti e ampliare le aule scolastiche; abbiamo invertito due plessi e adeguato un altro bene confiscato in via Bach per reperire nuove aule per la scuola secondaria di primo grado “Dante Alighieri”. Nonostante tutto questo febbrile ed intenso lavoro svolto nei mesi di Luglio e Agosto le due scuole secondarie di primo grado “Benedetto Croce” e “Dante Alighieri” sono state costrette a fare doppi turni. La collaborazione con le dirigenti scolastiche e con tutto il mondo della scuola è stata ed è quotidiana. Non c’è giorno in cui non ci manteniamo aggiornate, con le dirigenti, per verificare la situazione e in particolare l’andamento dei contagi.
Come hanno gestito la didattica a distanza le famiglie di Casal di Principe? Il comune ha messo a disposizione dei dispositivi informatici alle famiglie?
Dipende dalle famiglie, alcune l’hanno gestita bene anche se con difficoltà soprattutto quelle con più figli in dad, hanno avuto grosse difficoltà anche nella dotazione di pc, tablet e così via. Soprattutto alla primaria, dove ci sono le difficoltà maggiori, i genitori sono stati costretti a restare a casa per seguire i bambini durante le videolezioni. Voglio sottolineare un dato, noi ci siamo ritrovati a vivere questa dad e la maggioranza degli alunni hanno seguito la dad con il cellulare. Solo alcuni/e avevano il pc o un tablet; purtroppo, ultimamente c’è la tendenza ad acquistare cellulari molto potenti e costosi e non fornire ai giovani un pc stabile che li possa aiutare negli studi. Un suggerimento alle famiglie è che quando ci sono giovani che studiano è fondamentale garantire loro un pc ed una stampante. La dad ha evidenziato alcune notevoli problematiche che già esistevano e adesso sono venute fuori. Le scuole hanno messo a disposizione pc e tablet, di cui si erano fornite, questo posso garantirlo ma a volte non sono riuscite a sopperire a tutti i casi e a tutte le richieste. Hanno, infatti, ricevuto dei fondi per l’acquisto di pc e tablet da dare in comodato d’uso alle famiglie che ne hanno fatto richiesta.
Si parla spesso di povertà educativa e dispersione scolastica, fenomeno diffuso e dilagante al Sud e in particolare in provincia di Caserta. Ragazzi che, in situazioni di disagio economico, preferiscono lavorare abbandonando gli studi. Quali sono i dati sulla dispersione scolastica a Casal di Principe?
Prima della pandemia stavamo facendo un buon lavoro sia per quanto riguarda il disagio sia per la dispersione scolastica. Avevamo previsto un protocollo tra le scuole, assessorato, servizi sociali, ASL e parrocchie; in tal modo le scuole segnalavano i casi difficili, i servizi sociali prendevano in carico gli alunni e in alcuni casi anche le famiglie e venivano dirottati verso percorsi di terapie psicologiche o sostegno genitoriale ove occorreva e le parrocchie intervenivano sia nell’accoglienza per attività extrascolastiche, ad esempio doposcuola oppure attività sportive e così via. Abbiamo avuto un buon risultato in alcuni casi e la dispersione che abbiamo registrato nella maggioranza di essi nel biennio superiore è scesa, si attestava intorno al 30% ed è scesa al 14%. Il periodo della pandemia ci ha portato a non riuscire più a tenere la situazione sotto controllo e a convocare questi incontri che avvenivano mensilmente e prevedevano percorsi individualizzati per ogni singolo alunno. Tutto questo non siamo più riusciti a farlo e la dispersione scolastica è risalita alla percentuale iniziale o anche più. Chiedo ed invito tutti gli enti del terzo settore ad aiutarci a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, ritengo questo un campo fondamentale su cui agire.
Famiglie poco presenti, genitori lavoratori, assenza di dialogo tra genitori e figli, sono situazioni che spesso alimentano dei conflitti interiori soprattutto negli adolescenti e che sfociano in fenomeni devianza come bullismo, cyber bullismo, microcriminalità. Che riscontro abbiamo dalle scuole del nostro territorio e quali i mezzi di contrasto a questi fenomeni messi in campo?
In molti casi ci sono alunni che non hanno famiglie che possano aiutarli a 360 gradi e vengono a crearsi problemi. La scuola evidenzia grandi difficoltà, gli stessi servizi sociali prendono in carica molte situazioni che vengono segnalate dai dirigenti scolastici. I casi di bullismo e cyber bullismo, invece, talvolta si registrano ma c’è grande attenzione da parte delle scuole a vegliare i comportamenti degli studenti attraverso progetti ed incontri volti al contrasto ai fenomeni in questione. Cerchiamo, parlo anche come docente, di far comprendere agli alunni l’attenzione che va posta in certe situazioni e di avere come punto di riferimento, oltre la propria famiglia anche noi docenti. In tutte le scuole sono stati attivati sportelli con uno psicologo, c’è la possibilità di incontrare uno specialista per capire cosa è successo in questo periodo.
L’assessorato ha fatto tanti passi in avanti dall’inizio del suo primo mandato. Quanto tempo è passato?
A giugno di quest’anno sono sette anni come assessore all’istruzione e all’edilizia scolastica; un tempo lungo e impegnativo. L’ho vissuto con impegno e dedizione in quanto ho il duplice ruolo di essere parte e controparte, docente da 37 anni, vivo la scuola dall’interno e conosco a fondo alcune problematiche e capisco cosa possa significare ritrovarsi in un’aula e avere alcuni problemi: come i termosifoni spenti o i bagni non funzionanti. Sono entrata nella prospettiva di fare di tutto per risolvere i problemi delle nostre scuole, sono convinta che un ambiente accogliente stimoli la formazione e l’istruzione così come un ambiente grigio demotiva gli studenti. Un primo obiettivo è stato questo e l’altro ovviamente anche quello di cercare una rete e collaborazione tra i vari istituti scolastici del paese.
Quante cose sono cambiate nelle scuole di Casal di Principe? Quali i progressi fatti dall’amministrazione di cui fa parte, ad oggi, nel mezzo del suo secondo mandato?
Devo chiarire che sono cambiate molte cose ma c’è ancora molto lavoro da fare; certo, se dovessi confrontare la situazione dei nostri istituti rispetto a quando sono arrivata e come apparivano nel 2014, i cambiamenti sono evidenti: abbiamo eliminato i quattro fitti che il comune pagava, spendendo 85 mila euro, abbiamo adeguato 4 beni confiscati e abbiamo costruito ex novo una scuola per l’infanzia. Ora siamo proiettati sulla messa in sicurezza totale dei vari plessi, soprattutto quelli più datati. I nostri edifici, come il plesso Spirito Santo e il Plesso Don Diana e Benedetto Croce risalgono agli anni 50-60. Sul plesso Don Diana e Spirito Santo non stati ancora fatti interventi di riqualificazione strutturale e quindi abbiamo vari problemi agli impianti di riscaldamento e di messa in sicurezza. Per intervenire con questo tipo di riqualificazione ci vogliono fondi ingenti e stiamo per approntare progetti, con l’uso dei fondi del recovery fund speriamo di poter procedere in tal senso. Ove abbiamo potuto siamo intervenuti con le casse comunali, ma ove c’è da spendere milioni di euro allora il solo ente locale non ha la capacità economica per intervenire e bisogna attendere l’arrivo di fondi regionali o statali. Per il plesso Dante avevamo dei fondi di un Pon del 2017 ma causa burocrazia italiana non siamo ancora riusciti ad accedere ai fondi, non abbiamo ancora avuto risposta dal MIUR. Il segnale che abbiamo voluto dare con l’uso dei beni confiscati è stato quello di riutilizzare i beni dei camorristi per farli diventare luoghi di formazione per le nuove generazioni. Stiamo già pensando alla costruzione di un polo scolastico nella zona dello Spirito Santo, dove possiamo costruire un nuovo edificio per la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri, per una nuova segreteria e per inserire vari spazi: come palestra, sale teatro, tutto quello che può rendere una scuola degna di questo nome, in modo da poterla aprire al territorio. In uno di questi beni confiscati verrà trasferita la biblioteca comunale che attualmente è in sala consiliare: il Grillo Parlante.
Ci sono stati degli errori? Rifarebbe tutto?
Allora, degli errori ci sono stati sicuramente perché errare è umano, forse all’inizio soprattutto quando ero risentita per qualcosa, la mia passionalità mi faceva reagire in maniera spropositata delle volte. Ciò non vuol dire che io abbia smesso di mettere passione in quello che faccio, anzi, senza di essa non si ottiene nulla, bisogna crederci, a volte possiamo anche arrivare a pensare che sia uno spreco di energia ma non è mai così, per cui rifarei tutto; tuttalpiù cercherei di essere più equilibrata.
Tra le varie iniziative dell’assessorato alla Pubblica Istruzione, quella che ha coinvolto la nostra associazione è stata “Adotta una piazza”, a che punto è il progetto?
Per i progetti che ho proposto, sempre accolti con graditissima gioia e collaborazione, ringrazio ancora una volta i dirigenti scolastici Molinaro, Taddeo e Cosentino; con loro abbiamo creato una bella sinergia ma la pandemia ha bloccato i progetti in atto. Alcuni di essi, come adotta una piazza, erano già partiti ed i ragazzi vi stavano lavorando, infatti, gli studenti dell’ITC Guido Carli hanno vinto una medaglia d’oro insieme all’associazione Napoli 99’, col MIBACT ed il MIUR, per avere girato un video riguardante la storia di piazza mercato. L’altra parte del progetto, ovvero dell’installazione nelle piazze, non sappiamo ancora come andrà avanti; Andrà completato appena sarà possibile. La conoscenza e la riappropriazione del territorio è fondamentale per i nostri giovani.
Che appello rivolge ai giovani di Casal di Principe?
Vorrei dire che credo molto in loro, mi rapporto con essi quotidianamente come docente e posso affermarlo. Quando con i giovani instauriamo un dialogo, li ascoltiamo o proviamo a comprenderli rispondono in maniera positiva e costruttiva; credo nelle potenzialità di questa generazione e credo stia mostrando grossi segni di speranza. Dovranno affrontare grossi problemi che ha causato la nostra generazione come quello ambientale, quindi, ai giovani del nostro paese vorrei dire di formarsi ed informarsi; istruzione e formazione non solo come conoscenza, cercare di maturare una mente critica; è fondamentale essere lungimiranti, aprirsi al mondo che ci circonda in quanto siamo parte di un tutto. Tutto ciò che succede nel resto del mondo può riguardarci in prima persona, anche a Casal di Principe. I giovani devono mirare in alto, penso che abbiamo grosse capacità di successo ed in passato forse qualcuno le ha messe a frutto in maniera negativa ma come dice Sant’Agostino “quando vedi un campo di erbacce quello può essere un buon campo di grano” ed io, per esperienza, posso raccontarvi della grandissima intelligenza e creatività dei giovani del nostro territorio. Dobbiamo utilizzare quella intelligenza per mettere a frutto risultati positivi. Stiamo uscendo fuori da anni bui, lasciamo ai nostri ragazzi molte macerie, alcune stiamo cercando di ricostruirle ma affidiamo a loro il compito di portare in alto il nostro paese ed il nostro nome troppo volte equiparato al “criminale o al camorrista”. Lavoreremo per toglierci questo marchio come stiamo già facendo. Credo fortemente che possiamo riuscire in questa impresa.
La ringraziamo per la disponibilità e per il suo continuo supporto alla nostra associazione anche sui social. CasaleLab le augura buon lavoro e il raggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi.