Gli interessi e le passioni dei bambini e dei ragazzi oggigiorno ruotano attorno ai social.
La tecnologia si è evoluta e continua a compiere passi da gigante.
Oltre ai comuni mezzi di comunicazione virtuale tra cui Facebook, Instagram, Twitter, Linkedln ecc… si è notevolmente diffuso, da qualche anno e nel giro di poco tempo, il famoso “Tik Tok”. Si tratta di un social network che permette a tutti i suoi utenti di realizzare video di grande creatività e breve durata. Gli argomenti che vengono affrontati sono differenti ed innumerevoli. Questa applicazione è disponibile in trentaquattro lingue e registra, ogni giorno, centocinquanta milioni di utenti attivi. Attraverso TikTok è possibile visionare un prodotto e successivamente avere la possibilità di realizzarlo personalmente godendo di assoluta libertà nella scelta e nella modifica di effetti speciali in modo semplice. Sono ancora molti a non conoscerne l’esistenza nonostante il successo planetario di TikTok, dapprima chiamato Musical.ly, eppure, sarebbe importante parlare, prima ancora di scaricarlo, dei rischi e dei pericoli che incontra chi si diverte mettendosi alla prova in piccole performance proiettate e trasmesse. Uno dei primi rischi è dovuto al fatto che i social non riconoscono l’età dei loro utenti. A tal proposito è stato determinato un obbligo di iscrizione in modo da arginare l’accesso indiscriminato a tutti i partecipanti under 13. La Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha preso una decisione: secondo quanto afferma la Dottoressa, esiste la possibilità di abbattere i pericoli che i minori possono incorrere usando l’identità digitale pubblica (Spid) o una carta di credito per l’accertamento dell’età dell’utente. Questo sarà, in secondo momento, supervisionato dai genitori e da chi tutela bambini e ragazzi. Questi ultimi, presi dagli impegni e dalle distrazioni che caratterizzano la loro routine quotidiana, sembrano purtroppo sottovalutare il fatto che i social siano divenuti il rifugio (non) sicuro dei loro figli. Accade frequentemente che le figure genitoriali si trovino un passo indietro rispetto a bambini e adolescenti, senza conoscere le dinamiche a cui si trova esposto il profilo dei propri figli. Intanto ci chiediamo: è possibile supervisionare l’utilizzo di queste applicazioni? In che modo si può gestire la privacy dei minorenni? Per queste domande non esistono risposte precise ma potremmo cominciare col dire che, attraverso Tik Tok, il proprio profilo è visibile a tutti, dunque è fondamentale che i genitori siano consapevoli che ogni profilo vada protetto dalla privacy. Va compreso che Tik Tok, per quanto possa intrattenere, non è un gioco. I video programmati scorrono ad una velocità elevatissima e bambini e ragazzi sono sempre più nervosi poiché eccitati e sotto pressione dal fatto di dover terminare, entro una frazione di tempo molto breve, una data esibizione.
In realtà quello che va a manifestarsi, contrariamente a quanto si pensa, è un comportamento privo di reale divertimento. Il corpo del bambino assume la forma di un manichino mentre si creano profonde tensioni psicofisiche che vanno a provocare danni alla sfera individuale e sociale. Legata alle vicende che riguardano il mondo di Tik Tok è la storia di Antonella, una bimba di dieci anni trovata morta nel bagno della propria abitazione con la cinta di un accappatoio intorno alla gola e il cellulare appoggiato alla mensola del bagno. A raccontare l’accaduto è suo padre Angelo Sicomero, un lavoratore palermitano di trentatré anni. L’uomo ha dichiarato che Antonella desiderava essere la regina di TikTok. Lui e sua moglie avevano regalato alla bambina, in occasione del suo decimo compleanno, un cellulare. È stato detto anche che, prima di ricevere questo regalo, Antonella non perdeva occasione per rubare il telefono alla sua mamma e scaricare TikTok. Mediante l’utilizzo di quest’app, nel tempo libero, ballava e cantava o seguiva diversi tutorial su come truccarsi o fare un’acconciatura ai capelli.
Sorge spontaneo domandarsi: perché tanto attaccamento a questa applicazione? Cos’è che ha scatenato in una bambina tanto piccola questo forte desiderio di divenire “regina” su un social?
I familiari nel ricordare Antonella, la descrivono come una bambina sempre molto solare e che amava la vita. La sorella minore della bimba ha riferito, in presenza di un medico psicologo, di aver assistito a “prove di soffocamento” in cui Antonella si cimentava. I giorni successivi al 21 gennaio (quando è avvenuta la tragedia) in seguito a diversi tentativi, da parte di collaboratori e responsabili addetti, il cellulare della bambina è stato sbloccato ed è emerso che non è stato ritrovato alcun video girato dalla piccola per riprendersi mentre si provocava l’asfissia. Quanto alle indagini della Procura, continuano a non essere chiare le cause di questa morte improvvisa e per tale motivo si resta in attesa di ulteriori accertamenti sul caso.
Alla luce di dubbi ed incertezze l’unico dato sicuro è che il tasso di depressione e di suicidi, fin dalla tenerissima età, per mezzo di strumenti tecnologici è in forte aumento. Ad incidere notevolmente su queste vite è stato il lockdown che (dal marzo 2020) ha reso gli utenti molto più fragili.
Le piattaforme digitali sono divenute il porto sicuro per tutti e le persone avvertono sempre di più il bisogno di affermare la propria identità attraverso la tecnologia. Credono così di essere felici, ne praticano un utilizzo costante e smisurato eppure faticano a rendersi conto di come la quotidianità si stia, man mano, deprivando di ogni contatto con la realtà. La chiusura prolungata delle scuole e dei servizi educativi, in questo periodo storico, ha impattato sulla vita di tutti determinando una restrizione dei contatti sociali. Una delle cose più importanti che sta venendo a mancare è il dialogo. Non vi è comunicazione e questo si fa sempre più presente; non si parla, non si affrontano i problemi insieme e dinanzi a questa assenza, che si fa tanto pesante, la maggioranza delle persone ritiene che il mondo virtuale sia il posto perfetto per dare sfogo alle preoccupazioni personali e lo spazio ideale in grado di appagare le frustrazioni e far emergere chi siamo realmente.
Ma non è in questo modo che ci si ritrova.
Linearità, originalità e trasparenza saranno sempre al primo posto, dunque, la grande frenesia di bambini e ragazzi legata al fatto di costruire un personaggio sulla base di modelli inesistenti altro non è che un’illusione. Il vero personaggio sta in ognuno di noi e per farlo emergere sarà importante scavarsi dentro, ascoltarsi e lasciare così spazio al vero valore.
È quello che abbiamo da raccontare attraverso gli sguardi e i sorrisi che farà sempre la differenza. Internet è un posto interessante che ci serve e ci deve servire per lavorare e per creare un alter ego che ci assomigli il più possibile e che ci traini e trasporti nella vita reale dove la conoscenza delle persone andrà a completarsi e completarci generando tante opportunità ma resta fondamentale determinare una scissione tra mondo virtuale e reale poiché è nelle relazioni umane e nelle nostre facce che si trova l’advertising di domani.