Durante il lockdown abbiamo avuto più tempo a disposizione per riflettere, per dedicarci a noi stessi, qualcuno si è annoiato ed altri hanno messo in gioco la propria creatività. In alcuni casi, infatti, un momento di isolamento ha dato vita qualcosa di positivo e innovativo.
È nata una realtà che per il momento è ancora piccola ma ha l’ambizione di diventare un mezzo al servizio dei giovani in cerca di lavoro e noi ci siamo incuriositi e abbiamo voluto saperne di più da Francesco Sepulveres, ideatore di Workando.
Che cos’è workando?
Workando è un social nel quale le attività commerciali o i privati possono pubblicare annunci lavorativi stable o occasional.
Cosa s’intende per stable e occasional?
Per stable s’intendono tutti quei lavori continuativi, tutte le persone che viene offerto un lavoro che dura nel tempo. Per occasional invece intendiamo il classico lavoro occasionale, quando si viene assunti per l’occasione appunto.
Da dove nasce l’idea di creare una realtà digitale per cercare lavoro?
L’idea di creare una realtà digitale per trovare lavoro nasce da prima del lockdown quando molti amici con piccole attività chiedevano supporto nel trovare personale.
Cosa c’è di diverso dai comuni motori di ricerca del lavoro? Ad esempio LinkedIn o siti web come infojob o Indeed.
Dai comuni motori di ricerca ci sono delle differenze sostanziali partendo dal fatto che almeno per ora noi usiamo solo un social.
Loro inoltre non hanno nelle loro opzioni la ricerca di lavoro occasionale e per concludere il tutto noi ci riferiamo solo a una serie di categorie, in poche parole non prendiamo tutti i tipi di annunci lavorativi.
C’è un team che si occupa di Workando o è gestito da una sola persona?
Attualmente a Workando lavorano un Content Creator e una persona che si occupa insieme a me di Public relation, quindi strategie di comunicazione e rapporti con il pubblico.
Quali categorie seguite?
Le categorie di cui ci stiamo occupando sono quelle dei riders; tuttofare (falegnameria, idraulico, elettricista etc.); il settore dell’assistenza (OSS, badante); il settore della ristorazione, bar e caffetterie; per quanto riguarda la cura della persona (estetista, parrucchiere, barbiere); soggetti che si occupano di tutoraggio e supporto nello studio (ripetizioni private); settore smile (animazione); e per il momento anche una categoria che abbiamo definito “General” dove includiamo figure come: chi si occupa di check in appartamenti, bagnini, addetti al volantinaggio, dog e baby sitter, modelli, addetti al call center, tabaccai, consulenti immobiliari, segretari etc.
Quali sono i progetti per il futuro?
Ci auspichiamo in primis di avere un sito web per il quale ci stiamo già attivando e successivamente un’applicazione, in modo da facilitare tutto il processo sia d’inserimento degli annunci sia delle risposte da parte degli utenti.
Fino ad ora il riscontro lo si può definire discreto. Riceviamo quotidianamente richieste di personale da parte del settore della ristorazione, un po’ meno dagli altri e ciò è dovuto probabilmente alla crisi che questo settore sta vivendo e alla nostra difficoltà nel farci conoscere in questa fase iniziale.
Qualcuno tramite Workando è riuscito a trovare lavoro dal mese di maggio, quando abbiamo lanciato la pagina social, circa 50 persone, a dimostrazione di ciò alcune loro recensioni sui nostri social.
Cosa ci guadagnate voi di Workando?
Potrebbe sembrare una risposta retorica ma Workando viene ripagato dalla felicità delle persone, almeno per il momento.
Quando supportiamo un’attività che grazie a noi riesce a trovare personale o riusciamo semplicemente ad aiutare qualcuno nella ricerca di un lavoro stiamo generando bene, siamo fonte di un sorriso e questo è il nostro più grande guadagno. Il social, in ogni caso, nasce per essere gratuito.
Grazie Francesco da parte di CasaleLab per la chiarezza e in bocca al lupo per questa nuova attività, che possa essere d’aiuto a sempre più persone che vivono questo forte momento di incertezza e instabilità.