A cura di Marianna Russo
Un libro profondo che tratta una tematica di cui spesso ci si rifiuta di parlare. È questa la riflessione più appropriata per il delicato romanzo intimista Eleanor Oliphant sta benissimo (Eleanor Oliphant Is Completely Fine ─ pubblicato nell’originale inglese da Harper Collins nel 2017 e in Italia nel maggio 2018 da Garzanti), straordinario esordio letterario della scrittrice scozzese Gail Honeyman, pubblicato in 35 paesi e di cui presto si avrà una trasposizione cinematografica.
Incentrato sulla solitudine e sui problemi di salute mentale, e sul potere rigenerante del contatto umano e dell’amicizia, questa è la storia di Eleanor, una ragazza di trent’anni, che da nove anni si occupa della contabilità in un’azienda di graphic design. Non c’è nulla di strano nella vita di Eleanor agli occhi dei suoi colleghi, se non quella brutta cicatrice che le deturpa una parte del viso. In realtà, nessuno è a conoscenzA di tutte le cicatrici che Eleanor nasconde sotto i vestiti e soprattutto nel cuore: lei non mostra ciò che prova veramente, è la solita prevedibile, riservata se non asociale, anonima signorina Oliphant. Si rifugia così nella sua grigia routine formata dai weekend in casa da sola, offuscati dalla vodka, dalle frustranti telefonate alla madre carcerata il mercoledì sera, la quale, puntualmente riesce a scombussolare il difficile equilibrio che Eleanor ha creato sputandole addosso sentenze colme di cattiveria. Nessuno sa niente di lei, perché in fondo barricarsi dietro l’anonimato è stato semplice, soprattutto dopo l’incidente. Imparando a cavarsela da sola e passando da una famiglia affidataria ad un’altra, Eleanor si è concessa ben poco, cercando sempre di far valere i propri diritti nonostante la convinzione di non valere niente e di essere un rifiuto sociale.
Un libro che a prima vista può quasi essere scambiato per un thriller ma che, in realtà, parla di maturazione e paura. Il personaggio di Eleanor non si conforma alla società, non capisce il senso di gesti come andare a mangiare in un fast food oppure di spendere soldi in vestiti poco pratici e make-up. Ben presto, però, si renderà conto che è sufficiente un gesto gentile per allentare le critiche mosse alla società, realizzando che le persone non esistono solo nella propria testa ma anche nel modo in cui gli altri le vedono.
Attraverso l’uso di scelte stilistiche quali il linguaggio quotidiano, il ricorso all’ironia, la sintassi semplice, i dialoghi svelti e basici, ci troviamo davanti a una storia piacevole, insolita, che ha al suo centro una protagonista ben tratteggiata. In altre parole, è una storia che funziona perché Eleanor è una persona in cui tutti possono riconoscersi. Un’opera da leggere perché è una storia di resilienza, di forza, di dolore, di speranza. Un grande romanzo con una grande anima.
Buona lettura a tutti!