A cura dei dott. Commercialisti Davide Aversano e Rosa Borrata
“Resto al Sud vuole incentivare i giovani che vogliono scegliere di rimanere o tornare nella propria terra per fare impresa nel Mezzogiorno.”
Resto al Sud e quelle che possiamo definire sue “varianti” sono agevolazioni di start-up che si rivolgono a chi intende sviluppare la propria attività al Sud. Quindi, a chi sono rivolte queste agevolazioni?
È opportuno precisare, in primo luogo, che Resto al Sud finanzia la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nelle regioni del Sud come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia; la sua variante #PiùForti con Resto al Sud, invece, finanzia allo stesso modo le imprese attivate dopo il 21/06/2017 e i connessi programmi di spesa, purché siano volti a consolidare, diversificare, migliorare i processi produttivi dell’impresa; ed infine, Resto Qui, è l’estensione di Resto al Sud alle zone dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2016 e 2017, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, Lazio, Marche, Umbria, in specifici comuni.
L’accesso a questo tipo di agevolazioni è subordinato alla presentazione di una domanda(contente il business plan, la descrizione dell’attività e delle competenze dei proponenti) oltre al sostenimento di un colloquio.
Chi sono, dunque, i beneficiari dell’agevolazione?
Possono presentare domanda gli aventi età massima di 56 anni, residenti (o che trasferiscano la residenza) nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia ovvero nelle regioni colpite dal sisma Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria da parte di giovani imprenditori. Viene, inoltre, estesa la possibilità di accedere alla misura nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.
È necessario che a presentare la domanda siano soggetti non titolari di impresa o legali rappresentanti di imprese alla data del 21/06/2017; che non abbiano beneficiato di altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio (pensiamo ad esempio all’anticipo NASPI, S&S, Resto al Sud o altre); e che non abbiano un lavoro a tempo indeterminato alla data di presentazione della domanda e per tutta la durata del finanziamento.
Quali sono le attività che è possibile finanziare?
Le agevolazioni finanziano attività produttive nei settori di industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; fornitura di servizi alle imprese e alle persone; turismo; commercio; attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria). Dunque, le attività escluse sono esclusivamente quelle agricole. Sulla struttura economico-finanziaria dell’agevolazione si tratta di un programma di spesa massimo definito in 50 mila euro per ciascun socio, fino ad un massimo di 4, per un totale di 200 mila euro, di cui il 50% a fondo perduto ed il restante con prestito da restituire entro 8 anni e 2 anni di preammortamento. È stato di recente previsto l’innalzamento del massimale del finanziamento per le imprese con ditta individuale da 50 mila a 60 mila euro. Un ulteriore contributo a fondo perduto è previsto a supporto del fabbisogno circolante: per le ditte individuali di 15 mila euro e per le società, di 10 mila euro per ogni socio, fino a un massimo di 40 mila euro.
Il programma di spesa viene suddiviso in quattro categorie: per le opere edili di ristrutturazione e manutenzione straordinaria il limite massimo è del 30%; per macchinari, impianti e attrezzature non sono previsti limiti; per programmi informatici e Tic non sono previsti limiti; e per le spese di capitale circolante è previsto un limite massimo del 20%. Il finanziamento Resto al Sud è, inoltre, cumulabile con altre agevolazioni concesse a titolo de minimis, nel rispetto dei massimali previsti dai regolamenti europei, in particolare, risulta cumulabile con il Credito di imposta Industria 4.0.
Insomma, si tratta di opportunità da non sottovalutare soprattutto per le nuove generazioni che intendono mettersi in gioco ed avviare un’attività lavorativa che sia produttiva, in modo da garantire un futuro professionale a tanti giovani del territorio.