A cura di Eliana Diana
Si parla tanto di mobilità sostenibile, un sistema ideale dei trasporti che permette di ridurre l’impatto ambientale del settore, rendendo al contempo gli spostamenti più efficienti e veloci. Abbiamo provato ad approfondire il tema con Luca Simeone, project manager del BIC (Business Innovation Centre), un dipartimento di Città della Scienza che si occupa di sviluppo locale, promozione della cultura dell’imprenditorialità, dei temi dell’innovazione in generale ed è rivolto principalmente ai giovani.
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Che cos’è la mobilità sostenibile e perché è così importante?
La mobilità sostenibile è qualcosa di cui si parla tanto, sarebbe utile che si agisse anche, ed è un modo per muoverci in maniera più intelligente, in modo più sostenibile per noi stessi e per l’ambiente che ci circonda, ed è una necessità.
Quali sono le principali forme di mobilità sostenibile?
Potremmo trasformare la parola “mobilità sostenibile”, anche in mobilità dolce e avvicinare questa parola al mainstream. Tale forma di mobilità comprende la mobilità pedonale, in bici, monopattini. Quindi tutti quegli strumenti che vengono definiti di micromobilità, che consentono di raggiungere destinazioni brevi (le quali sono poi quelle in prevalenza se si parla dell’ambito urbano), in modo sostenibile o mediante la propulsione muscolare o col supporto di un’assistenza come può essere un motore elettrico.
Che impatto ha sulla qualità di vita delle persone?
L’impatto che potrebbe avere è enorme. Se si prende ad esempio Napoli, circa il 75% degli spostamenti che avvengono quotidianamente in città, sono al di sotto dei 10 Km.
10 Km, con una bici a pedalata assistita, possono essere effettuati in 20/25 minuti, quindi, oltre ad essere sostenibile, è il mezzo di trasporto più intelligente e più conveniente.
La mobilità sostenibile, può essere un modo per tessere nuovi rapporti sociali?
Sì. Questo ci aiuta anche a parlare di quanto la bici e la mobilità sostenibile, sostengono il commercio di prossimità. Come raccontato da diversi studi, chi usa la bici ha la facilità di muoversi e di fare numerose soste nel suo percorso.
Immaginiamo che chi usa la bici, passando davanti ad un negozio, si fermi, in un attimo potrebbe assicurare la sua bicicletta alla catena, entrare e comprare. Con un’auto, occorre trovare parcheggio, se non lo si trova nelle prossimità magari passa la voglia di fermarsi, se lo si trova, lo si trova dopo un po’ di tempo, e se si riesce a fare un acquisto, magari poi si è già troppo avviliti che si va via.
La bici quindi, favorisce il commercio, favorisce la socialità e soprattutto restituisce una visione dello spazio pubblico di comunità, perché ci si riconosce, ci si incontra.
La tecnologia, l’innovazione e il comportamento delle persone sono strumenti per raggiungere reali risultati nello sviluppo della mobilità sostenibile. Come possiamo incentivare le persone a cambiare le loro abitudini?
Partendo dal tema principale, credo sia fondamentale partire dall’elemento di convenienza, nello scegliere un mezzo di trasporto che sia sostenibile, perché realmente, ad esempio in una città come Napoli, nelle tratte urbane, la bici vince su qualsiasi altro mezzo di locomozione, sia esso privato o pubblico. In più, consente di fare attività fisica e l’organizzazione mondiale della sanità ci dice che per aumentare le difese immunitarie, dobbiamo fare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno, semplicemente andando a lavoro, all’università.
Ci permette inoltre di salvare risorse economiche che possiamo destinare ad altro, perché in bici non si mette benzina, non si paga l’assicurazione, non si hanno multe. Secondo i dati statistici, possedere un’auto ci costa circa 3.500€/4.000€ all’anno semplicemente tenendola sotto casa, e quell’auto la utilizziamo per il 15%/20% delle ore totali in cui la possediamo, quindi, per la maggior parte del tempo è ferma. Anche qui andrebbe fatta una scelta razionale.
Che cos’è la Bicycle House e come nasce?
Bicycle House nasce da un evento molto interessante. È Il primo Bike bar, ciclofficina e punto di partenza di tour che esiste a Napoli, tra l’altro si trova in un’area molto interessante che è, la Galleria Principe di Napoli, a due passi dal museo archeologico, un’area che si sta candidando a diventare il quartiere della cultura e dell’innovazione.
Un luogo che ci avvicina molto a delle esperienze virtuose a livello Europeo, quindi, un luogo veramente importante, presente nella nostra città.
Lei è un grande appassionato della bicicletta, qual è la parte migliore del muoversi in bici?
Si, sono un appassionato a 360°, uso la bici per spostarmi nel quotidiano, la uso nel tempo libero, mi piace spaziare dalla bici da strada alla mountain bike. La bici da strada consente di fare qualche chilometro in più, di raggiungere aree interne della Campania. Ci sono eventi molto interessanti durante i quali puoi pedalare lentamente, al tuo ritmo, incrociando borghi, paesaggi stupendi. Invece, con la mountain bike puoi calarti nella natura, nei boschi, incrociando anche quel pizzico di avventura nello scoprire nuovi percorsi.
Ci si diverte anche con pedalate storiche, utilizzando bici d’epoca. La bici è quindi veramente una passione totalizzante.
Dunque, abbiamo visto come la bicicletta appare una soluzione smart ed economica per muoversi liberamente in città. Nel periodo post Covid siamo passati da un immobilismo totale al grande boom delle biciclette. Il Governo ha così deciso di studiare un incentivo dedicato a supportare la crescita della mobilità green e lo scorso anno è stato lanciato il Bonus Bici. Nel solo mese di maggio sono stati registrati dei numeri record: l’uso delle biciclette ha toccato +81% e le vendite sono aumentate del +60%. Si è trattato di un incentivo di 500 euro dedicato all’acquisto di bicicletta, monopattini elettrici, hoverboard e segway. Lei pensa che il governo possa o debba riproporre iniziative del genere?
Penso di si, lo penso fermamente, anche attraverso altri strumenti. Insomma il bonus bici è stato importante, è stato utile, poteva funzionare meglio ma è stato comunque interessante. Credo però che si debbano mettere in campo incentivi volti a premiare l’utilizzo della bicicletta, ad esempio, rimborsi chilometrici, sarebbero incentivi non solo ad acquistare bici ma anche ad utilizzarle. Questo è fondamentale non solo su scala individuale ma questo potrebbe fornire la spinta alle aziende a favorire questo shift modale dei propri dipendenti verso strumenti di mobilità sostenibile.
È un tema talmente strategico ed importante che è urgente. E’ necessario che si coalizzino tutte le forze a livello nazionale, locale e cittadino, al fine di favorire questo cambiamento nel più breve tempo possibile.
Quali sono i costi della sostenibilità?
Non vengono considerati i costi ambientali quando si ragiona di scelte di mobilità. Si considera magari solo il fattore tempo e distanza ma non si considera che decidere di muoversi in auto ha un costo ambientale che si ripercuote sulla collettività. Decidere di muoversi con un mezzo di mobilità sostenibile riduce i costi ambientali e li azzera nella quasi totalità. Quando si fanno delle scelte di policy da questo punto è fondamentale tenere in considerazione questi aspetti e capire che il costo derivante da un ingorgo, ad esempio, a Napoli è stato stimato che perdiamo circa 7/8 giorni all’anno nel traffico. Solo a pensarci mi viene la claustrofobia. Immaginiamo di restare chiusi per 7/8 giorni in un auto, non solo è tempo perso ma è tempo che procura delle emissioni negative verso l’ambiente, è un costo, perché in quelle ore siamo impossibilitati a raggiungere il luogo di destinazione. Estendiamo questo ragionamento su scala mondiale e ci rendiamo conto di quante energie sprechiamo, per un sistema di mobilità che si potrebbe cambiare dalla sera alla mattina.
Esistono modalità di spostamento sostenibile per le persone diversamente abili o con mobilità ridotta che siano anche accessibili economicamente?
Esistono. Essenzialmente esiste tutto, si necessita solo della volontà per realizzare le cose. Credo che però vadano incentivate. La domanda è interessante, anche perché la scelta della mobilità sostenibile deve muovere da quell’elemento della convenienza ma per farlo deve comportare anche l’elemento della sicurezza. Per decidere di muovermi in bici devo sentirmi sicuro, serve quindi tutto un sistema strutturale che parte da piste ciclabili, aree pedonali. A Napoli ha riaperto la Galleria Principe e si è pedonalizzata la zona del lungomare fino alla fine delle feste natalizie, non considerando che quello è un elemento fondamentale di sicurezza per chi pedala. Se quest’area pedonale, per una sciagura dovesse interrompersi, ai ciclisti verrebbe sottratta un’area dove pedale in sicurezza, alle famiglie un luogo dove trascorrere il tempo libero. È quindi importante che tali scelte siano supportate da soluzioni infrastrutturali e, ritornando alla domanda, anche da supporti che favoriscano l’acquisto di mezzi per chi ha disabilità motorie, al fine di utilizzare dei mezzi adeguati per fare queste scelte.
Il car sharing molto diffuso in tutta Europa è arrivato anche in Italia, nota è l’app bla bla car ma nella nostra zona le persone sono molto restie a queste modalità. Perché?
Penso che lo sharing dei mezzi di mobilità sia il futuro. In un tempo che potrà essere anche breve, non avremo più l’auto fuori casa ma sul nostro smartphone, semplicemente scegliendo tra le app che offrono questo tipo di servizio. Ed è una scelta saggia, in quanto, noi non nasciamo automobilisti ma nasciamo figli, genitori, fratelli e sorelle. Insomma, diventiamo automobilisti se ci spostiamo in auto, diventiamo ciclisti se ci muoviamo in bici, ma le scelte di mobilità devono essere delle scelte di utilità. Credo debba essere fondamentale promuovere questo tipo di sharing, non solo di auto e di bici, ma il più possibile di mezzi che riducono anche l’occupazione di suolo. Non si parla mai abbastanza del di quanto lo spazio pubblico sia occupato per circa il 70% da auto e infrastrutture legate all’auto. Quello spazio viene sottratto ad altre funzioni. È quindi importante ragionare in questi termini per promuovere un cambiamento che poi a 360° riguarda anche il disegno di città.
Molte città hanno risposto positivamente al cambiamento perché sono nate più di 200 km di piste ciclabili in Italia. Abbiamo degli esempi tra cui Milano, Genova, Lecce ecc da quanto apprendiamo dal dossier realizzato da Legambiente. In Campania quali sono i comuni virtuosi in tema di mobilità sostenibile?
Sono stato recentemente a Procida, certo è un ecosistema fragile, che ha quindi necessità di lavorare in modo spedito sui temi della mobilità sostenibile, ma chi c’è stato 5 o 6 anni ora può notare che il sistema di mobilità è cambiato tantissimo. Chi ha la fortuna di fare due passi per questa isola, ora capitale della cultura, vedrà l’isola de “Il Postino” con tantissime bici parcheggiate o che sfrecciano, mamme che accompagnano i bambini a scuola, mi sembra quindi un’esperienza molto interessante.
Quanto c’è ancora da lavorare?
Tantissimo, perché i dati ci dicono che in tutta la Campania i chilometri ciclabili sono risibili e non si parla solo delle infrastrutture ma anche di una serie di servizi. Da poco in città, fortunatamente, ci sono due aziende che offrono servizi di bike-sharing ma bisogna investire ancora molto in infrastrutture e in servizi. Pensiamo a quanto sia importante creare dei luoghi sicuri dove parcheggiare biciclette, infatti, esiste un progetto interessante che si chiama bike-parking, ossia un sistema di convenzione con le autorimesse cittadine ma va implementato. Insomma, c’è un’infinità di cose da fare.
Il settore dei trasporti ricopre un ruolo strategico consentendo l’accessibilità ai territori per lo sviluppo economico e sociale di una zona. Emergono, però, gravi squilibri strutturali tra cui gli investimenti che sono insufficienti in infrastrutture e notevoli divari territoriali. Vediamo che alcuni utenti di alcune regioni, soprattutto centro-meridionali, hanno accesso a meno servizi e di qualità peggiori, senza pagare prezzi inferiori. Quindi, in che modo si potrebbe coinvolgere la politica a fare di più per determinati territori?
Beh, è evidente il divario clamoroso tra nord-sud del nostro Paese, purtroppo lo leggiamo nelle quasi quotidiane classifiche di ogni tipo in cui le città del sud sono sempre tra gli ultimi posti, anche se su questo tema andrebbe fatto un discorso a parte.
È evidente che per promuovere la mobilità sostenibile e mettere in sella un numero sempre crescente di persone che decidono di porsi in maniera sostenibile, servono: risorse, progetti e visione soprattutto. Attualmente si parla tantissimo del piano next-generation eu, grazie al quale arriveranno tante risorse e ci auguriamo che andranno ad una classe dirigente che sappia cogliere le sfide del domani, in quanto, c’è bisogno che si ragioni tanto e si agisca presto per far sì che chi vuole scegliere di muoversi in modo sostenibile sia invogliato a farlo.
La connettività rappresenta un’opportunità per tutti i cittadini dell’unione europea per contribuire alla ripresa e alla crescita economica. Lei pensa che l’Italia sia ben collegata?
Come abbiamo detto l’Italia è ben collegata al centro-nord. Pensiamo alla possibilità di muoverci bene in treno in Sicilia, in Calabria. Si parlava dell’alta velocità in Calabria ma pare che non ci sia necessità economica a farla, quindi, le infrastrutture sono la precondizione che serve a portare quel tipo di sviluppo. Per cui, sì, è evidente lo squilibrio ed è importante colmare questo gap.
La legge 19 ottobre 1998, n. 366 “Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica” prevede che le strade di nuova costruzione debbano avere, per l’intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza. Sono più i comuni che la rispettano o che quelli che provano ad aggirare questa normativa sulle piste ciclabili?
Certo, c’è l’obbligo per cui ad ogni manutenzione straordinaria delle strade vanno realizzate delle piste ciclabili. Purtroppo, questa legge dello Stato non viene sempre applicata ma a Napoli abbiamo un esempio positivo riguardante la riqualificazione di via Marina in cui è stata realizzata anche una pista ciclabile. Comunque, partiranno lavori di riqualificazione di tante strade nella nostra città, dell’area metropolitana, ma poche saranno dotate di ciclabili e bisognerà porre dei correttivi ex lege, è importante sottolineare anche questo aspetto.
Il 2021 è stato l’anno europeo delle ferrovie, lei quanto utilizza il treno e quanto lo consiglia? Ritiene sia sostenibile in merito ai costi?
Il treno è un mezzo di trasporto meraviglioso. Mi capita spesso di andare a Milano e spendo quelle 4 ore/4 ore e mezza a lavorare o a leggere e in un attimo sono arrivato. Credo sia un vettore importante, va assolutamente promosso ma vanno anche riprese e promosse una serie di tratte ferroviarie che purtroppo nel corso degli anni, in modo sciagurato, sono state dismesse come quelle di collegamento con le aree interne, pensiamo che muoversi da Napoli a Bari in treno è sconveniente e quindi si privilegia l’autobus come mezzo di trasporto. Quindi, è importante la promozione a livello nazionale e locale con infrastrutture e un sistema tariffario che vada incontro ai giovani. Penso che parlando di trasporto pubblico locale, le tariffe per la mobilità nelle fasce urbane debbano essere ridotte con una copertura di risorse pubbliche. Il trasporto pubblico va incentivato anche così!
L’UE si è impegnata a diventare a impatto climatico zero entro il 2050 con il fit for 55, ha avanzato una serie di proposte orientate a garantire una transizione equa, competitiva e verde; a tal fine il settore dei trasporti deve subire una trasformazione che richiede una riduzione del 90% dell’emissione dei gas effetto serra garantendone nel contempo soluzioni a prezzi accessibili ai cittadini, lei pensa che la politica nazionale sia in grado di raggiungere gli obiettivi europei?
Deve farlo! Credo che le risorse che arriveranno e gli obiettivi che a livello europeo sono stati raggiunti attraverso dei negoziati, anche molto estenuanti, debbano trovare concretezza. La transizione ecologica è un bel processo e penso che in alcuni casi si dovrebbe parlare di “rivoluzione ecologica” perché ho la sensazione che questa transizione sia interpretata da alcuni decisori politici come un processo molto lento e, invece, noi non abbiamo il tempo perché il nostro ecosistema è fragilissimo e l’ambiente che ci circonda viene aggredito quotidianamente da inquinanti di ogni tipo. Per cui è importante cambiare le nostre abitudini e i modelli di sviluppo e dobbiamo iniziare in quei settori in cui i cambiamenti hanno degli effetti immediati e la mobilità è uno tra questi, insieme anche ad una gestione intelligente dei rifiuti come, ad esempio, la differenziazione tra i rifiuti organici e gli altri tipi di rifiuti ci permetterebbe di ridurre del 50% il sacchetto, semplicemente facendo una buona raccolta dell’umido magari da riutilizzare con una compostiera domestica sul nostro balcone o in giardino, in modo da fertilizzare le nostre piante o i nostri vasi. C’è tanto da fare ed è il momento di farlo.
Meno automobili in circolazione e meno industrie attive hanno comportato il miglioramento della qualità dell’aria, ma come possiamo convincere le persone a preferire un mezzo pubblico o una bicicletta e in che modo possiamo contaminare positivamente la loro mentalità?
Bisogna agire su due aspetti: da un lato bisogna realizzare le condizioni per permettere che questa scelta si metta in campo e quindi sicurezza, piste ciclabili e tutto quello che ci siamo detti prima, e dall’altro per facilitare questa transizione verso la mobilità sostenibile c’è bisogno di sostenerla con incentivi e dando un segnale chiaro alla cittadinanza che i decisori politici, siano essi i sindaci, i governatori regionali o il governo nazionale, sono contenti nel vedere una persona muoversi con una bicicletta, perché ricordiamo che una bicicletta in più in strada è una macchina o uno scooter in meno e significa emissione in meno, ridurre le congestioni e far sì che chi non può muoversi in bicicletta si potrà muovere in auto molto più agevolmente. Dobbiamo fare anche una scelta che sia altruistica, chi può shiftare verso questi modelli di mobilità deve farlo anche per chi non può farlo e quindi è anche una scelta di altruismo oltre ad essere divertente, utile, salutare e bello.
Quali sono i suoi progetti attuali e futuri? E cosa si auspica per il futuro della sostenibilità?
A città della scienza stiamo lavorando nei piani di spostamenti casa-lavoro, faremo azioni di mobility management per ottimizzare i trasporti verso e da Città della Scienza sia per le persone che lavorano qui, che tra dipendenti e aziende incubate sono circa 200 che quotidianamente vengono qui, e soprattutto per garantire e consentire a chi viene a visitare di farlo nel modo più sostenibile possibile.
Ringraziamo Luca Simeone per il suo tempo e la sua disponibilità. Le auguriamo buon lavoro!
Grazie a voi!