A cura di Francesco Saudino.
Dai Fridays for future alle recenti decisioni della Commissione Europea, passando per il summit sul clima di Glasgow, il tema ambientale occupa sempre un posto importante nelle discussioni politiche e popolari, ed oggi diventa di ancora più di vitale importanza, connesso al tema dell’indipendenza energetica (l’Italia è un Paese fortemente dipendente dalle importazioni per questo settore). La recente decisione della Commissione Europea circa la classificazione delle attività economiche considerate sostenibili dal punto di vista ambientale e in ottica di transizione energetica, ha incluso tra le fonti sostenibili, oltre al Gas, anche il nucleare, facendo rinascere un dibattito che in Italia ha portato in passato a due bocciature referendarie. Ma il Nucleare è davvero quel nemico che tanti temono?
Per capirlo, partiamo da un chiaro presupposto: Le rinnovabili da sole non bastano. Questo in quanto le fonti energetiche dette aleatorie, hanno un “capacity factor” estremamente basso. L’Eolico dipende dalle condizioni atmosferiche, l’idroelettrico e il geotermico dalla geografia. In parole povere, la maggior parte del tempo non producono. E quando non producono, occorrerebbero sistemi di accumulo che però, in larga scala, ancora non esistono, e quindi i Paesi che stanno provando a decarbonizzare con tali fonti, quando vengono meno sole e vento, continuano ad usare carbone e gas. E proprio quest’ultimo, alla luce degli ultimi avvenimenti che minacciano di sconvolgere lo scenario geopolitico Europeo e Mondiale, non può essere la risposta. In merito invece alle rinnovabili aleatorie, la Germania, nonostante pesanti investimenti, non ha avuto una significativa riduzione delle emissioni, e la California la scorsa estate si è ritrovata costretta a chiedere alla popolazione di spegnere i ventilatori per evitare un blackout. E in Italia? Qui da noi, se puntassimo solo su queste rinnovabili aleatorie, dovremmo spendere il 170% del nostro PIL in sistemi di accumulo dell’Energia, che ancora non esistono.
E il Nucleare invece? Purtroppo, le cattive informazioni, le bufale, riguardanti il nucleare a 360 gradi sono tante, difficili da eradicare, e generano una infondata paura. La stessa Chernobyl, per la quale, nonostante l’attuale drammatica situazione possiamo stare tranquilli, se si escludono determinati hotspot in cui sono state interrate scorie radioattive in passato, ha una radioattività non dissimile da quella di Orvieto. Negli anni si è scelto di lasciarla inabitata per ragioni di cautela e turismo, e per i costi delle bonifiche di quelle determinate aree, comunque soggette ad uno stoccaggio scorie sbagliato, oggi fortunatamente non possibile.
Analizziamo allora i tre principali argomenti usati dai detrattori dell’Energia Nucleare. Il primo è facilmente confutabile. Ma in Italia il nucleare non è stato vietato dai Referendum del 1987 e del 2011? La risposta è no. In Italia non esistono Referendum propositivi ma solo abrogativi, e né nel testo dell’87, né in quello del 2011, che si limitava ad abrogare nel merito una legge del Governo Berlusconi, sono dunque stati introdotti divieti pro futuro al nucleare. Stabilito ciò: ma il Nucleare non è troppo costoso? La risposta è ni. Il Nucleare è un tipo di energia con dei costi capitali estremamente elevati, ciò significa che il suo prezzo, al 65%, è dato dai tassi di interesse. Infatti, basta consultare lo schema dei costi di generazione dell’elettricità (LCOE by technology) dell’Agenzia internazionale dell’Energia, organo dell’OCSE, per scoprire che con tassi d’interesse al 10%, l’energia nucleare costerebbe circa 100 euro per megawattora, ed addirittura con tassi al 3%, siamo sugli stessi livelli del fotovoltaico. Inoltre, una volta ripagati i costi iniziali, sarebbe tra le energie più a basso costo in assoluto, in quanto l’uranio costa pochissimo rispetto all’energia che può generare. E per quanto riguarda le scorie? Di quali parliamo? Quelle dell’industria comune, dell’industria medica, quelle anche dell’industria delle rinnovabili? Si fa spesso l’errore di pensare che le scorie siano un problema solo delle centrali nucleari e invece lo smaltimento, o meglio, lo stoccaggio di scorie radioattive riguarda tantissime industrie, tra cui anche le rinnovabili, e così come vengono queste oggi smaltite, ugualmente accadrebbe con le scorie nucleari. Se a ciò aggiungiamo che il settore dell’Energia Nucleare è quello con il più alto controllo internazionale, e che il corretto stoccaggio delle scorie è tra le condizioni richieste dalla Commissione Europea, vien difficile pensare che queste scorie possano essere un reale problema più di quanto non lo siano altre.
Insomma, in questo periodo davvero buio per la storia dell’uomo, dove alle minacce alla democrazia di un tiranno, si aggiunge la seria preoccupazione che le fonti energetiche attuali possano non più bastarci, ed avere un costo sempre più alto, occorre riconsiderare seriamente la ricerca e lo sviluppo dell’energia a più basso impatto ambientale possibile, quella nucleare. Senza dimenticare, per i più timorosi e contrari, che poco oltre i nostri confini sono presenti le centrali nucleari francesi. Insomma, per il momento, ci stiamo prendendo solo gli eventuali rischi, senza trarne il minimo guadagno.