Il giorno 8 maggio ci ha lasciato Valerio Taglione, uomo, padre, a lungo coordinatore del Comitato don Peppe Diana e anche referente provinciale di Libera e, un esempio per i giovani.
CasaleLab vuole rendergli omaggio cercando di ricordarlo attraverso due persone che lo hanno conosciuto bene. Abbiamo scelto di contattare in particolare le donne del comitato che, attraverso quella sensibilità inconfondibile, ci hanno dato modo di tenere vivo il suo ricordo e di capire quanto profonde fossero la passione e la forza di Valerio nelle sue battaglie quotidiane, quella contro l’illegalità, le mafie, e quella contro la malattia.
Contattiamo l’amica Tina Cioffo, giornalista, socia fondatrice del Comitato Don Peppe diana.
Ciao Tina, prima di tutto grazie per aver trovato il tempo per questa chiacchierata.
Sono io che ringrazio voi, conosco la vostra associazione e la vostra determinazione nel mettere in campo nuove idee e progetti. Siete linfa viva.
Chi era Valerio Taglione?
Un amico, un fratello, un sognatore, un passionario. Era uno scout convinto di dover migliorare il mondo. I suoi sogni, la sua tensione e la sua invincibile operosità hanno aperto porte chiuse a doppia mandata. Non aveva mai paura delle sue idee ed era sempre aperto al confronto. Aveva la capacità di tenere le fila di ogni cosa ma anche di ammettere i propri i limiti. Odiava le ingiustizie e riusciva a parlare con franchezza anche ad autorevoli rappresentanti istituzionali. Amava il sorriso ma è impossibile dimenticare anche i suoi rimbrotti. Per chi non lo ha conosciuto dico di immaginarlo come un uomo in cammino su ogni strada possibile di cambiamento giusto.
Quale eredità ci ha lasciato secondo te Valerio?
La reale e concreta possibilità di realizzare le Terre di don Peppe Diana, terre libere, belle ed etiche. Quando fu ucciso don Peppe Diana, i nostri paesi erano sotto il peso della camorra ed i camorristi pensavano di essere i padroni. C’era chi già aveva cominciato e mai smesso l’azione di resistenza. Quella resilienza che è poi diventata sempre più partecipata, in un contagio positivo di nuovi orizzonti. Il Comitato don Peppe Diana con la guida di Valerio che è stato anche referente provinciale di Libera Caserta fino al 2013, ha generato nuovi processi, a volte faticosi ma straordinariamente edificanti. Abbiamo costruito ponti e chi vedeva questi territori come dei luoghi dai quali star lontano, li porta ora nel cuore. Valerio come guida del Comitato don Peppe Diana è riuscito a creare un’onda propagatrice di umanità solidale.
Qual è il ricordo più bello che hai con Valerio?
Ho avuto il privilegio di vivere accanto a Valerio, anni, giorni e momenti intensi. Se devo sceglierne uno, è l’immagine di noi del Comitato don Peppe Diana, stanchi ma soddisfatti dopo ogni evento e nuova iniziativa messa in campo per tentar di comporre la normalità dell’incontro. Poteva essere alla presentazione di un libro, al cinema all’aperto, al teatro a Casa don Diana, al Premio nazionale don Diana, ai campi estivi di Libera Caserta che facevamo nel 2009 a Castel Volturno, alle marce del 19 marzo, alle iniziative ambientali, durante una nuova battaglia per riconoscere diritti, a casa dei genitori di don Peppe Diana, ai meeting nelle scuole, ai ricordi delle vittime innocenti della camorra, al Festival dell’Impegno civile e ai convegni in altri Comuni per parlare del riutilizzo sociale dei beni confiscati. Ecco, il ricordo più bello di Valerio è un ricordo di condivisione.
Cosa potremmo fare noi giovani volontari per proseguire quello che Valerio aveva iniziato?
Andare avanti e non lasciare che la rassegnazione inquini i vostri desideri. Valerio era risoluto, non sopportava di lasciare le cose a metà e tantomeno l’immobilismo. Prima del 19 marzo incontrò i giovani di Casal di Principe e chiese di non disperdere l’impegno. Ecco, continuate e continuiamo insieme a sentire quella tensione del fare e la libertà di agire. avete la fortuna di poter cambiare le sorti di questa società, non stancatevi. Volate, volate alto.
Contattiamo l’amica Marialaura di Biase, per lei Valerio è stato molto più di un presidente.
Ciao Marialaura, prima di tutto grazie per aver trovato il tempo per questa chiacchierata.
Ciao Ragazzi. Grazie per il pensiero di poter dedicare un momento in ricordo di Valerio attraverso le persone che lo hanno conosciuto e per averlo chiesto anche a me. Ne sono onorata.
Chi era Valerio Taglione?
Valerio era una persona splendida, comprensiva, attiva, visionaria, attenta. In questi giorni circolano molti messaggi in suo ricordo che lo definiscono burbero e pronto al rimprovero, ma era solo fermezza e sicurezza della propria visione. E poi si assicurava che tutto fosse fatto in modo giusto per tutti e che tutti rispettassero le decisioni comuni. Era intransigente sugli impegni che egli stesso prendeva o sulle responsabilità degli altri. Era deciso quando qualcuno minacciava il rispetto delle persone o la comunità, sia del Comitato don Diana, sia di queste terre. Non accettava che si parlasse male o ci si lamentasse. Teneva alla qualità delle azioni tese al miglioramento della società o al ristabilire la verità. Tante volte ho assistito a pugni sbattuti sui tavoli, se qualcuno affermava cosa non vere o ingiustizie, o se si pronunciassero parole non democratiche o dicerie malevoli. Non si preoccupava se le persone che aveva di fronte potessero avere una cattiva considerazione di lui e del suo operato. Lui lo riteneva giusto e andava avanti. Guardava nella profondità delle persone, non si fermava alla prima impressione, e cercava di valorizzare i talenti di tutti.
Voleva però sorridere e ridere. Non voleva che le persone che gli fossero intorno fosse incupite o avvilite o inermi o indifferente. Era sempre pronto allo scherzo e alla battuta.
Era un uomo gentile e pronto ad ascoltare chiunque. La verità non era mai in una persona sola ma custodita da più parti. Andava oltre, considerava il passato passato ma necessario per compiere i passi verso il futuro.
Cosa ci ha lasciato per te Valerio?
Tanta responsabilità, di proseguire l’attività del Comitato don Diana per il quale si è speso fino all’ultimo, e di continuare a migliorare il mondo. Più volte aveva cercato di dirigere il suo impegno anche in altri luoghi o modalità, ma alla fine il Comitato don Diana, è sempre stato parte di lui. Io credo ci abbia lasciato un sogno, un desiderio, una visione. Di poter vivere in un mondo migliore, di creare comunità che siano giuste, sane e solidali. Una sfida per tutti ma anche una strada da poter seguire.
Qual è il ricordo più bello che hai con Valerio?
Non saprei. Quando ci penso, me ne vengono in mente tanti. Quelli che però ho voglia di raccontare, hanno tutti a che fare con degli “insegnamenti” che mi porterò dentro. Frasi come “non ho mai visto nessuno seminare bene e non raccogliere”, oppure “quando vi troverete a fare delle scelte, guardate all’interno dello zaino delle esperienze che vi sarete portati dietro lungo la strada. Se avrete imparato, vi sarà molto facile trovare quello che vi sarà utile per scegliere”.
Cosa potremmo fare noi giovani volontari per proseguire quello che Valerio aveva iniziato?
Non essere indifferenti, ascoltare e parlare con le persone, essere cittadini attivi, non girarsi dall’altra parte, creare reti, unire e non dividere, informarsi (era sempre attaccato al televideo anche se non si porta più o a caccia di notizie), studiare, migliorarsi, sfidarsi, porsi degli obiettivi e raggiungerli. Questo è quello che ha insegnato a me prima da scout e poi come referente del Comitato don Diana. Farò sempre tesoro dei suoi consigli e credo possano essere utili a tutti i giovani che vorranno intraprendere un cammino di solidità e solidarietà.
Ciao Valerio, ti promettiamo che avremo gli occhi aperti e senza dimenticare il passato guarderemo al futuro.