A cura di Gennaro Cantiello
Il 12 giugno si vota il Referendum sulla giustizia: ecco i 5 quesiti spiegati in modo semplice.
Quesito 1: separazione delle carriere dei magistrati
Oggi in Italia i magistrati possono passare più volte da PM (coloro che si occupano delle indagini) a giudice (colui che decide ed emette la sentenza).
Che cosa succede se vince il SI? Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.
Quesito 2: misure cautelari
La custodia cautelare oggi può essere motivata da: pericolo di fuga, alterazione delle prove, pericolo di reiterazione del reato.
Che cosa succede se vince il SI? Viene eliminata la custodia cautelare motivata dal pericolo che l’indagato ripeta il reato per cui è accusato (resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi).
Quesito 3: incandidabilità per i politici condannati
Il decreto Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i politici in caso di condanna (anche solo in primo grado per gli amministratori locali).
Che cosa succede se vince il SI? Viene abrogato il decreto e si cancella l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare anche l’interdizione dai pubblici uffici.
Quesito 4: valutazione dei magistrati
I Consigli giudiziari sono organismi composti da magistrati, ma anche da avvocati e professori universitari. La componente “laica” è però esclusa dalle votazioni che attengono alla valutazione dell’operato dei magistrati.
Che cosa succede se vince il SI? Con il sì viene riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.
Quesito 5: elezione del CSM
Il Consiglio superiore della magistratura è l’organo di governo della magistratura. Per candidarsi come componente del CSM, un magistrato deve presentare da 25 a 50 firme di altri magistrati a proprio sostegno.
Che cosa succede se vince il SI? Viene abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. Si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.